Sindrome del Bambino Scosso
Che cos’è la Sindrome del Bambino Scosso?
La Shaken Baby Syndrome (SBS) o Sindrome da scuotimento è una grave forma di maltrattamento fisico ai danni dei bambini generalmente al di sotto dei 2 anni di vita. Può capitare di trovarsi di fronte ad un neonato o a un bambino che piange in maniera inconsolabile. A volte il pianto persiste anche dopo aver provato a cambiare il pannolino, allattarlo o distrarlo. Se, esasperati da questo pianto, non riusciamo a regolare le nostre emozioni e scuotiamo violentemente il bambino rischiamo inconsapevolmente di provocare gravissimi danni alla sua salute.Da che cosa è causata la sindrome del bambino scosso
Il bambino piccolo infatti non ha ancora una struttura muscolare che gli permetta di sorreggere e controllare la posizione del collo e della testa. Anche la struttura ossea è molto fragile e in via di sviluppo, quindi le conseguenze dello scuotimento possono essere gravi anche se lo scuotimento è solo di pochi secondi. Generalmente sono i bambini tra le 2 settimane e i 6 mesi di vita ad essere maggiormente vittime di questa sindrome. E’ infatti questo il periodo in cui sono più frequenti gli episodi di pianto inconsolabile, oltre ad essere il momento in cui le muscolature del dorso e del collo non sono ancora pienamente sviluppate e non gli consentono di sostenere agevolmente la testa. Il maltrattamento da Sindrome da scuotimento avviene di solito da parte dei genitori o di chi accudisce il bambino all’interno delle mura domestiche. Si stima che solo nel 15% dei casi di scuotimento non ci siano conseguenze per la salute del bambino.Quali sono i fattori scatenanti di questa sindrome
I primi mesi di un neonato sono il momento in cui i genitori imparano a conoscere il loro bambino e a rispondere ai suoi bisogni. Il pianto è uno degli stati comportamentali del neonato ed è per lui un modo di comunicare con il mondo circostante. Spesso il primo periodo a casa è un momento di fatica e riorganizzazione per tutta la famiglia. La stanchezza fisica e psicologica può portare i genitori ad avere comportamenti inconsapevoli ed errati nel tentativo di calmare il pianto persistente e inconsolabile del loro bambino. Di solito questa violenta azione dell’adulto è la manifestazione della frustrazione provata per non essere riusciti a consolarlo in altro modo.Quali danni può provocare
Sono soprattutto il cervello e la retina che rischiano di subire gravi danni quando un bambino viene scosso violentemente. Quando viene scosso con forza il cervello del bambino sbatte infatti contro le ossa del cranio e perciò può subire lesioni gravissime. Non può essere stabilito un limite di tempo oltre il quale ci possono essere lesioni a carico del bambino perché anche uno scuotimento di pochi secondi può provocare danni, a volte anche irreversibili. I danni più frequentemente riscontrati sono emorragie cerebrali e della retina, che possono arrecare danni permanenti molto gravi fino alla cecità e a ritardi nello sviluppo neurologico.Come rispondere a un pianto inconsolabile
Il pianto è inizialmente l’unico strumento che il neonato ha per comunicare con il mondo che lo circonda. I primi sorrisi, dapprima involontari e poi sempre più in risposta a stimoli affettuosi di chi si prende cura di lui, compaiono nelle settimane e nei mesi successivi, con una progressione di intenzionalità in stretto rapporto al desiderio di comunicare con il neonato dei suoi famigliari e di chi si prende cura di lui. L’agitazione serale del bambino può facilmente diventare un pianto inconsolabile. Il pianto può essere l’espressione di un bisogno fisico (l’aver fame, sonno, caldo o freddo, il bisogno di essere cambiato, la necessità di modificare la posizione in cui ci si trova) oppure emotivo. In questo secondo caso è più difficile calmare il pianto del bambino. Qualunque sia il motivo all’origine del pianto del bambino, non bisogna mai scuoterlo per calmarlo, perché si possono creare gravi danni. Portarlo fuori casa, cullarlo in carrozzina, abbracciarlo e contenerlo possono essere strategie utili per interrompere il pianto inconsolabile dei neonati. Quando il pianto diventa esasperante e non riusciamo più a sopportarlo, la cosa migliore è chiedere aiuto a altri membri della famiglia o amici per poterci allontanare e riacquistare un certo equilibrio. Il miglior modo per calmare il bambino è la regolazione dello stato emotivo del genitore. La stanchezza del genitore e il sentirsi inadeguati al nuovo ruolo genitoriale sono sentimenti molto diffusi che possono accentuare la difficoltà a rispondere correttamente al pianto del proprio bambino. E’ bene ricordare anche che le normali attività di gioco come il far saltare il bambino sulle ginocchia (cavalluccio) o il sollevarlo in aria, se eseguiti con le giuste modalità e precauzioni, non provocano alcun danno al cervello.Come il massaggio infantile può aiutare i genitori
Durante i corsi di massaggio infantile viene insegnato ai genitori non solo l'importanza del contatto pelle a pelle e come massaggiare il proprio bambino, ma anche a capirne i segnali. Ogni bambino infatti ha un suo modo specifico per comunicare i propri bisogni. L’insegnante di massaggio infantile aiuta i genitori a comprendere i segnali del loro bambino e a trovare un modo efficace per ascoltare i suoi bisogni e comunicare con lui. Il contatto visivo e fisico, come ad esempio abbracciare e cullare dolcemente, sono azioni che possono tranquillizzare il bambino e farlo sentire in uno stato di comfort e sicurezza.La campagna di “Terres des Hommes”
Dal 2017 l’associazione internazionale “Terres des Hommes” si occupa di Sindrome del bambino Scosso, un tema fondamentale per la promozione della salute dei bambini e la prevenzione dei maltrattamenti.Video:
https://nonscuoterlo.terredeshommes.it/lo-spot-sulla-shaken-baby-syndrome/