Ninna nanna… cantare.. perché?

Ninna nanna… cantare.. perché?

Ninna nanna… cantare.. perché?

(di Gabriella Danielli - Insegnante AIMI dal 2000 e Operatore Cantami o mamma dal 2016)

La musica più cantata al mondo

La ninnananna sembra rappresentare il genere musicale più cantato al mondo. Di ninnenanne se ne trovano infatti moltissime nella cultura popolare di tutti i popoli. Da un punto di vista etimologico, il termine ninnananna è definito, nell’enciclopedia Treccani, come una “Nenia, cantilena dal ritmo monotono e cadenzato, con la quale si cullano i bambini cercando di addormentarli (e nella quale le parole ninna nanna ricorrono frequenti come intercalare): cantare la ninnananna. In musica la ninna nanna è un breve componimento musicale, in movimento moderato, ritmo pari, misura generalmente di 6/8, ispirato alle nenie che si cantano ai bambini: una n. di Mozart, di Chopin”. Sia «ninna» che «nanna» sono termini che nel linguaggio infantile significano «sonno», ma se andiamo al significato principale del termine, già i latini parlando di nenia volevano indicare la cantilena, il linguaggio magico.

Ninna nanna per attivare una relazione sonora, il feto ascolta il bambino ricorda

Il feto è in grado di percepire i suoni esterni già a partire dalla 27ma settimana di gestazione. I bambini esposti a specifici suoni durante la fase fetale ne conservano un ricordo inconsapevole appena dopo la nascita. Il feto non conosce il silenzio esattamente come non conosce l’immobilità. Dolcemente dondolato dal liquido amniotico, nel suo continuo essere cullato è contemporaneamente immerso in un lago di suoni. Già nella pancia della mamma il piccolo è avvolto e accarezzato da un bagno sonoro. Una sinfonia continua ininterrotta, rassicurante, fatta di rumori prodotti dal corpo materno e da altrettanti esterni, primo fra tutti la voce della mamma. Ed è la stessa voce della mamma ad essere il ponte, il potente collegamento fra “prima” e “dopo” la nascita. Per il feto non sono percepibili tanto le singole parole quanto altezza, intensità e timbro, quindi la “melodia” linguistica: la voce materna è soprattutto musica e ritmo ciò che lo coinvolge maggiormente sono proprio il tono e la melodia i suoni acuti vengono “distorti”, tutti tranne uno, la voce della mamma (che gli arriva contemporaneamente da dentro e da fuori), l’unica di cui il bimbo riesca a percepire i toni acuti . La voce della mamma, i rumori di mamma (il respiro, il battito del cuore, ...) ascoltata per i lunghi mesi dell’attesa, desiderata, riconosciuta, ritrovata ha in sé la capacità di riportare il piccolo alla protezione che nel ventre materno lo ha accompagnato. E questa stessa voce è per il bimbo nutrimento profondo, sonoro, relazionale, necessario tanto quanto la poppata

“Cantami o mamma”

“Cantami, o mamma, perché la tua voce mi avvolge, mi massaggia mi coccola. Cantami, o mamma perchè il tuo canto mi culla, mi fa spazio nella tua mente, mi trattiene nei tuoi pensieri. Cantami o mamma perché ho bisogno di ascoltare i tuoi gorgheggi, che sono per me amore, nutrizione e richiamo alla vita…” E così che Maria Teresa Nardi , ideatrice del metodo CANTAMI O MAMMA, inizia il suo libro, ed è questo il messaggio che desidera trasmettere a noi operatori ( anche insegnanti A.I.M.I) e a tutte le mamme che con curiosità voglio approfondire ed utilizzare la voce come mezzo privilegiato di relazione e comunicazione con il proprio bambino .

“cantami o mamma” che significa “canta a me” ma anche “canta me”

Quali sono i benefici del canto materno?

Perché ti consiglio di cantare al tuo bambino?
  • quando canti avvii una relazione intima, creativa e profonda con il tuo bambino, specie nei primi mesi di vita.
  • mamma e bimbo sono protagonisti fin dalla nascita di un dialogo sonoro, un duetto d’amore
  • il bambino ha imparato a riconoscere le sonorità materne e paterne già nella vita prenatale
  • nel primo anno di vita, sviluppa ed incrementa le competenze maturate in utero
  • la voce della mamma è nutrimento psico/affettivo per il neonato, ed è un ponte tra il dentro e il fuori
  • non occorre nessuna predisposizione, solo il desiderio di esserci per e con il proprio bambino; ogni voce è unica, inimitabile come le impronte digitali
  • quando canti il bambino vive un’esperienza di contatto e di sintonizzazione con te (l’obiettivo non è avviare alla musicalità) ma condividere emozioni positive
  • quando canti promuovi lo sviluppo del linguaggio, la regolazione emozionale, il coordinamento motorio, l’attenzione e la capacità di memoria del tuo bambino
  • quando mamma e papà cantano contribuiscono a far crescere e maturare la propria identità genitoriale che ha bisogno di tempo e occasioni per crescere e consolidarsi

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