La musica e l’Apprendimento Musicale
La musica e l’Apprendimento Musicale
A cura di Simona Albri Insegnante AIGAM (Associazione Italiana Gordon per l’Apprendimento Musicale)
“La capacità potenziale di comprendere la musica non è un’attitudine speciale concessa
a pochi eletti: tutti gli esseri umani la possiedono”
E. E Gordon
Perché la musica?
La musica, in quanto forma d’arte, rappresenta un'
opportunità di espressione del bambino da sempre in ogni epoca e cultura.
Attraverso l’esperienza musicale il bambino sviluppa ed alimenta la propria immaginazione, creatività, capacità di introspezione comprendendo il sé e gli altri.
Guidare il bambino nell’apprendimento musicale vuol dire aiutarlo nell’accogliere la musica
instaurando con lui una relazione significativamente affettiva. La musica alla quale lo esporremo diventerà
strumento di comunicazione e interazione e così, crescendo, potrà gioirne come ascoltatore consapevole.
Possiamo tutti fare e capire “musica”?
Si nasce tutti con un certo livello di attitudine musicale che è innata ed è la nostra
“potenzialità di apprendere la musica”. E’ molto alta alla nascita e si sviluppa in un ambiente musicale significativo fino ai 9 anni d’età per poi stabilizzarsi. Le figure affettive di riferimento potrebbero iniziare a pensare che la musica sia come il linguaggio… creare dei momenti esclusivi di ascolto col bambino ed interagire cantando e muovendosi per lui in prima persona sarebbe un dono grandissimo. (in questo c’è la ripresa del concetto montessoriano di “educazione indiretta”)
Ascolto
Immaginiamo il caos acustico in cui sono immersi i nostri bambini, una frenesia di suoni e
sempre meno momenti di silenzio - assenza - mancanza.
Il
silenzio diventa fondamentale in musica perché è quel momento in cui riesco ad interiorizzare ed assimilare gli stimoli sonori raccolti.
Non applaudiamo, non parliamo, non rumoreggiamo ma permettiamo al bambino di sperimentare l’Audiation.
L’
Audiation è secondo
E. Gordon, studioso della
music Learning Theory, la capacità di richiamare nella mente musica ascoltata, predirla, ascoltare e cantare musica nella testa ed improvvisarci.
L’Audiation sta alla musica come il pensiero sta al linguaggio.
Come, cosa, con chi?
Il bambino è “mosso” dalla musica ed il suo movimento è da subito fluente. Aiutiamolo
muovendoci a “flusso continuo”, sostenuto, privo di rigidità ma libero ed espressivo. I
“neuroni specchio” ci aiuteranno e lo indirizzeranno allo sviluppo graduale del senso ritmico e della coordinazione respiro-movimento-voce.
Cantiamo canti senza le parole per rendere più semplice il suo ascolto, brani che ci fanno
stare bene e non necessariamente “colti”...
Se non ci sentiamo di cantare per lui creiamo momenti di ascolto con musica riprodotta e
rendiamola
un legame ed un appuntamento gioioso.
Se condivido un’esperienza musicale con altri bambini ed adulti non potrò che imparare
dai loro suoni, movimenti e scambio reciproco. Il gruppo incoraggia il bambino nella
ricerca ed esplorazione dell’ambiente circostante e dei suoni che lo avvolgono.
Infine usciamo dallo stereotipo del guardare sempre alla musica come ad una “performance” continua. Godiamo invece di momenti esclusivi coi nostri bambini dove l’ascolto è al centro e
pensiamo a quanto il suono possa TOCCARE come spiega il professor Andrea Apostoli, presidente di Aigam (Associazione italiana Gordon Apprendimento musicale): ´Fino al quinto mese di gravidanza il bimbo non ha sviluppato l’orecchio interno e quindi
percepisce il suono sulla pelle, in seguito sente come noi e abbiamo notato come ci sia un vero e proprio ascolto attento da parte del feto che, quando c’è musica intorno, è immobile, come in assorbimento. Appena alla musica segue un momento di silenzio, ecco che torna a interagire e a comunicare le sensazioni; è dimostrato infatti che nei bimbi e nei nascituri
il ritmo musicale muove il respiro e quindi, come per l’adulto,
influenza il battito cardiaco e il ritmo interiore.’